Viviamo in un’era ormai dominata dall’avvento delle nuove tecnologie. Al giorno d’oggi sembra impossibile in effetti vivere senza uno smartphone sempre a portata di mano, starsene senza un televisore in casa o lavorare senza un PC. Per di più siamo diventati letteralmente dipendenti dai social, i quali, a causa appunto della nostra stessa devozione per il mondo digitale, riescono a controllare il nostro pensiero, quindi di conseguenza le nostre azioni. E’ accaduto esattamente ciò che filosofi come Focault e Chomsky avevano “predetto” nel secolo scorso: crediamo di essere cittadini liberi, quando in realtà siamo continuamente controllati dai media, tanto da diventarne schiavi.
Si suppone che questi nuovi strumenti tecnologici siano entrati nelle nostre vite da circa una decina di anni, trasformando il nostro presente (e ovviamente futuro) in una vera e propria “era del cyber”, con lo scopo di aiutare l’essere umano a svolgere dalle più banali azioni quotidiane agli impegni più seri; Internet nasce quindi come supplemento, per rendere la conoscenza più accessibile a chiunque, dato che grazie all’“intelligenza artificiale” si possono scoprire nuove connessioni tra le informazioni. Ora però mi chiedo, il risultato che deriva dall’avvento della tecnologia, è realmente questo? Beh, a mio modesto parere, non esattamente.
Innanzitutto, più che un supplemento, avere costante connessione a Internet è diventato una necessità per ciascuno di noi, è inutile negarlo. Ci preoccupiamo continuamente di quanti “like” ha raggiunto la nostra ultima foto postata su siti come Instagram e Facebook, i quali appunto sono la prima causa di questa nostra dipendenza dai social media: come già accennato precedentemente, sono essi che ci rendono schiavi (di noi stessi?) Mentre all’apparenza ci sembrano una maniera innovativa per condividere i nostri pensieri (anche quelli più intimi) con altri individui, in realtà ci obbligano a vivere in un’atmosfera tesa, in continua competizione gli uni con gli altri. E’ proprio questo il pensiero su cui più si concentra il filosofo cinese Byung-Chul Han, il quale afferma che il veicolo che gestisce le persone è la mente: egli sostiene appunto che ciascuno di noi è spinto da un sentimento di rivalità nei confronti dei suoi coetanei, provocato da questi siti Internet che ci rendono così insicuri di noi stessi da voler apparire sempre migliori degli altri sia nella vita privata, sia in quella scolastica.
A proposito di vita scolastica, certamente in questa “società digitale” la scuola non ha fatto a meno di modernizzarsi e rimanere anch’essa al passo con i tempi. Un esempio perfetto ne è proprio la mia di scuola, il cui motto è “change maker”; ma, andando ad analizzare l’espressione, cosa significa realmente “change maker”? E’ stato ideato per indicare un istituto in grado di modernizzarsi continuamente, capace di progredire insieme all’epoca contemporanea, apportandovi un autentico cambiamento. Senza dubbio è importante istruire studenti che riescano a destreggiarsi nel mondo tecnologico d’oggigiorno; d’altro canto, però, attraverso questo metodo di studio non si sta facendo altro che perdere il reale obiettivo della scuola. Il piacere di leggere un libro sulla carta, sfogliarlo, sottolineare ed evidenziare le parole essenziali, forse scarabocchiarlo un pò, è sempre più messo da parte purtroppo. Quanto a distinguerci e a cambiare il mondo che ci circonda, speriamo di vederne i risultati nel nostro futuro…
Se non ci accorgiamo prima che sia troppo tardi che questo avanzare tecnologicamente così frettoloso non comporterà nulla di buono, anzi, andrà solo peggiorando, ci ritroveremo senza via di uscita. Sicuramente a tutti sarà capitato di vedere una puntata della famosa serie televisiva “Black Mirror”: ecco, proprio in queste puntate possiamo comprendere nel migliore dei modi quelli che saranno le reali, drammatiche e grottesche conseguenze di questo così ampio sviluppo tecnologico; in effetti, il tema principale della serie è proprio la rappresentazione di come Internet abbia cambiato sotto tutti i punti di vista ogni aspetto della nostra vita.
Charlie Chaplin, quasi un secolo fa, in “Tempi Moderni”, era stato in grado di comprendere che l’essere umano non è una macchina e non deve assolutamente diventarlo per colpa degli strumenti tecnologici che aumentano, e noi, quasi cento anni dopo, non siamo ancora capaci di capire che c’è un limite a tutto? Non siamo capaci di moderare l’utilizzo dei social media, per poter poi tornare alle “piccole virtù”? Che cosa stiamo aspettando? Forse la prossima “Greta Thunberg della tecnologia” che arriverà a farci aprire gli occhi quando ormai sarà troppo tardi?
“Forse oggi l’obiettivo principale non è scoprire cosa siamo, ma piuttosto rifiutarlo. Dobbiamo rimparare a immaginare e costruire ciò che potremmo diventare” (Michel Foucault)
CAMILLA PAOLUCCI, 5C ESABAC
19 Comments
Paolo De Vito
La tecnologia è ormai padrona del nostro mondo. Ciò si può vedere in qualsiasi cosa e ovunque ci giriamo. Computer, TV, smartphone… ormai sono diventati necessari e indispensabili. Basti pensare che se va via la corrente a casa per più di 20 minuti, la gente inizia subito a dare di matto, si sente persa, come se gli mancasse l’aria! Soprattutto Internet e i social network costituiscono la nostra vera dipendenza: essi, come scritto nel titolo dell’articolo (che “fa il verso” a un famosissimo saggio del filosofo Chomsky “Lavaggio del cervello in regime di libertà”), ci fanno il lavaggio del cervello. Per esempio, i social possiedono tutti i nostri dati, conoscono i nostri gusti, anzi, meglio, li manipolano, facendoci vedere (per vendere) ciò che vogliono loro, da articoli di vestiario a notizie di politica con titoli accattivanti, molto spesso sono scritti in modo tale da influenzare i lettori, spingendoli a supportare una delle parti, che sia il PD, la Lega, o qualsiasi altro partito. Però, al momento, non c’è soluzione a questo problema. Tutti stanno facendo il loro interesse, e le persone comuni sono “in balia” di questa situazione e possono solo stare a guardare con attenzione, cercando di rimanere il più possibile obiettive e provando a uscire dallo stato di “succubi”.
giacomo.capicciotti
La tecnologia ha sicuramente cambiato la nostra vita in qualsiasi aspetto. È sicuramente vero che siamo dipendenti da essa e che è diventata indispensabile in ogni ambito, dalla scuola, alla vita privata, al lavoro e questo è molto utile, ma anche molto pericoloso e dannoso. Molti scienziati ne hanno studiato i rischi e molte persone hanno manifestato il loro finto odio contro la tecnologia, ma sono proprio loro quelle che ne usufruiscono di più, attraverso social media (diventati ormai una droga) e molteplici devices digitali. Il problema è proprio quello che questi ultimi non possono non essere indispensabili nella nostra vita di oggigiorno, in quanto oggetti come i PC sono alla base del mondo lavorativo e scolastico in cui viviamo. Anche una ricerca sui rischi della tecnologia diventa famosa in rete e raggiunge milioni di persone attraverso smartphones e computers. Tutti sanno che la tecnologia è dannosa, ma nessuno riesce e può farne a meno!
francesco.calligari
Al giorno d’oggi, a causa dell’incremento del numero di dispositivi tecnologici e del loro uso, penso che sia molto importante parlare anche della possibilità di essere controllati da tutti i microfoni e videocamere che ci circondano: gli smartphone, i computer e i più innovativi assistenti vocali. Infatti questi dispositivi possono essere attivati attraverso la voce e, per poter sentire questo input, stanno sempre in ascolto. Quindi tutte le nostre conversazioni sono ascoltate e tramite dei software di ultima generazione diventano informazioni. Queste informazioni vengono utilizzate dalle aziende fornitrici del dispositivo a scopi di marketing o di profilazione, ma potrebbe avere riscontri estremamente negativi se fossero utilizzate da uno stato totalitario per conoscere e reprimere il pensiero dei cittadini. Il libro di George Orwell “1984” descrive perfettamente i pericoli di un uso negativo della tecnologia e dell’involuzione che potrebbe subire il mondo a causa dell’elevatissima diffusione di questi dispositivi.
alessandro.cesari
Al giorno d’oggi la tecnologia fa parte della nostra vita quotidiana per tanti di quegli aspetti!…
Sono pienamente d’accordo su chi dice che la tecnologia ci aiuta nelle faccende domestiche, nella scuola, nella vita privata e al lavoro; peró non si sono informati sui rischi che provoca al nostro organismo. Gli scienziati approvano che qualsiasi dispositivo elettronico con schermo luminoso causa gravi malattie al sistema nervoso e alla vista? Dov’è finita l’etica scientifica?
AlessiaGaleazzi
Internet rappresenta una porta d’accesso in un'”altra dimensione”, è un’altra vita che decidiamo di condividere con persone che neanche conosciamo.
Senza rendercene conto, diventiamo “coraggiosi” e mostriamo nei social media aspetti di noi sui quali siamo molto più riservati normalmente; nei social infatti si mostrano solamente le cose belle che il mondo ci offre, ma non dobbiamo dimenticare, però, che alle volte questo mondo può farci anche “inciampare”, cadere. Magari è solo un’illusione…
Siamo talmente tanto spettatori della vita degli altri che ci dimentichiamo di vivere la nostra, che continua a ad andare avanti mentre noi rimaniamo intrappolati nei nostri smartphone.
Alice Cirilli
Io penso che ormai lo sviluppo della tecnologia oggi giorno abbia preso un po’ il sopravvento nella vita degli esseri umani.
Come dice l’articolo, non siamo riusciti a sfruttare questa innovazione nel migliore dei modi, diventando invece succubi di questi strumenti.
La scienza tecnologica indubbiamente ha portato molti benefici e ha facilitato l’attivitá di molte persone, portando anche innovazioni nel campo medico. Come in ogni cosa, l’essere umano è riuscito ad abusare di questa crescita tecnologica in modo nocivo e pericoloso (anche per l’ambiente).
Eleonora Traú
Probabilmente noi, ragazzi di oggi, che siamo i figli dell’era della tecnologia, tutti questi problemi presentati dall’articolo non ce li poniamo, anzi la tecnologia ci appare come una benedizione. Se ci soffermassimo un attimo a pensare e ad osservare, potremmo ben comprendere che senza Internet siamo completamente persi; quindi viviamo un’illusione, fatta di like e commenti, e la nostra vita gira intorno ad una piccola scatoletta chiamata cellulare, la quale è stata un’invenzione non del tutto positiva, poiché ora per parlare, per fare calcoli o per fare i compiti si usa solo quella! Probabilmente non siamo stati abbastanza furbi ad usare questa invenzione, per cose più produttive coma la ricerca per la cura del cancro o ulteriori problematiche che stiamo vivendo… Vi faccio un esempio, tempo fa nella mia scuola è venuto uno psicologo a parlarci di vari argomenti e ci ha raccontato di una ragazza della nostra età, la quale dopo che la madre le aveva ritirato il cellulare, ha avuto una crisi di astinenza da esso e ha distrutto la casa e picchiato la madre: beh allora la domanda mi sorge spontanea, fino a dove dobbiamo arrivare per comprendere che ci stiamo autodistruggendo e che la vita non è tutta rosa e fiori come ci appare nei social?
Gonzales Allen
La tecnologia ha cambiato i vari atteggiamenti delle persone, ed è ancora in grande sviluppo… Ma pensa se internet non funzionasse per uno o più giorni: Sai che casino! La gente non riesce a stare lontano dai vari dispositivi, li crede necessari per la vita di ogni giorno, non serve nemmeno dire dove e quando. Se per caso scomparisse tutto, per esempio il lavoro si rallenterebbe: gli alberghi, le compagnie avrebbero delle perdite economiche incredibili… Allora se ci pensiamo bene, tutta questa tecnologia ci serve così tanto, come ci viene detto nell’articolo.
giulia.barbon@savoiabenincasa.it
La tecnologia negli ultimi anni si è sviluppata molto.
Nell’ultimo periodo c’è per altro un abuso sui social da parte soprattutto di noi ragazzi di oggi, e sicuramente è una cosa sbagliata perché la tecnologia non serve solo per stare sui social ma anche per altre cose, utili…
Edoardo Barucca
La tecnologia è ormai diventata una risorsa indispensabile al giorno d’oggi, ci aiuta a scuola, a casa e nel lavoro.
Ma se tutto scomparisse? Tutto andrebbe all’inferno, il lavoro rallenterebbe o addirittura sparirebbe, molte aziende chiuderebbero, non ci sarebbe più alcuna comunicazione e… Cosa significa? Tutto ciò vuol dire che siamo completamente dipendenti dalla tecnologia.
Walter047
La tecnologia, secondo me, ha reso tutti uguali. Ma “uguale” è una parola “a doppio taglio”. Di sicuro Internet ci ha semplificato alcuni passaggi di tutti i giorni ed è un mezzo “democratico”, dall’altro lato, però, ci ha reso più pigri. Vi faccio un esempio, una volta per fare una ricerca bisognava aprire l’enciclopedia e cercare, sfogliare, ricopiare,… Adesso basta dire “ok google”. Dove finiremo?
Riccardo.cesaretti
Sono d’accordo con ciò che è scritto nell’articolo perché la tecnologia ci sta rendendo schiavi di un mondo che senza device sta diventando impensabile nella vita di tutti noi: come ci sentiremmo senza tecnologia? Senza questa parte fondamentale della nostra quotidianità? Ma c’è dell’altro celato dietro ai vantaggi della tecnologia? Non credo che noi umani vorremmo essere dipendenti da questo sistema in continuo sviluppo, che porterà, purtroppo, alla sostituzione nel lavoro delle persone con dei robot, capaci di lavorare per 12 ore consecutive, cosa che un umano non riuscirebbe a fare con la stessa lucidità. Bisognerebbe capire quali siano i reali vantaggi della tecnologia e sfruttarli, senza diventarne, però, troppo dipendenti… quasi schiavi!
Annalisa Borgognoni
Visto il momento storico in cui stiamo vivendo, mi viene da esclamare: “E viva la tecnologia!” L’uomo sta diventando sempre più dipendente dal web oserei quasi dire “ossessionato“. In particolar modo i miei coetanei spesso si distaccano dalla realtà, immergendosi totalmente i videogiochi di gruppo, di solito poco educativi, o stanno incollati su YouTube a guardare i video più impensabili di personaggi più o meno noti. Fino a un paio di mesi fa ci si lamentava di tutto questo, ma ora penso non sia il caso di farlo. Grazie alla tecnologia, agli smartphone e ai pc, in questo periodo, in cui la maggior parte della gente è costretta a casa, ci si è sentiti meno soli e, con lo smart working, molti sono riusciti a lavorare da casa. Noi studenti siamo riusciti a continuare le lezioni, se pure ridotte, e Internet e ci aiutati a riempire le giornate e a tenerci in contatto con nonni e amici tramite le videochiamate. Quindi: “Evviva la tecnologia!”
francesco.berluti@savoiabenincasa.it
La tecnologia è importante nella vita di tutti i giorni anche perché ci facilita le cose in molte situazioni e ci fa essere veloci ed efficienti in varie situazioni, tipo al lavoro o a scuola, ma se tutto sparisse da un momento all’altro, avremmo molti più problemi, saremmo più lenti e meno precisi in molte attività, quindi in fondo la tecnologia è una comodità molto importante a parere mio.
mattia.marcelliflori@savoiabenincasa.it
Ormai la tecnologia sta diventando sempre di piu’ parte fondamentale della nostra vita. La tecnologia con il passare del tempo ci ha dato moltissimi vantaggi che tutt’ora sfruttiamo… Pero’ non ha portato solo benefici per noi, la tecnologia per alcune persone è diventata una dipendenza della quale non si puo’ fare a meno, una sorta di ”droga”. Il problema è che se la tecnologia dovesse scomparire da un momento ad un altro, bisognerebbe tornare a vivere come si viveva molti anni fa, e se devo essere sincero non so proprio cosa scegliere: ad esempio non avremmo problemi quali l’inquinamento, pero’ ci dovremmo togliere qualche comodità.
Helena
Dopo aver letto questo articolo, posso tranquillamente affermare di essere completamente d’accordo riguardo a tutto ciò di cui si è parlato.
Purtroppo sì, viviamo nell’era della tecnologia, degli smartphone e dei social. Dico “purtroppo” perché, a mio parere, tutte queste nuove tecnologie, sì, hanno migliorato (facilitato) vari aspetti delle le nostre vite, ma ne hanno peggiorati altrettanti. Ora per parlare con una ragazza, basta mettergli un “mi piace” sul suo profilo social, per guardare un film o leggere un libro basta digitare su una tastiera… Tutte quelle piccole azioni che nello scorso secolo erano considerate piaceri, come andare al cinema o uscire con una ragazza, oggi sono “svuotati” dalle “nuove tecnologie”.
Non esiste più il concetto di viversi il momento: adesso siamo tutti più impegnati a scattare foto e condividerle istantaneamente, che vivere quelle sensazioni e bei momenti. Quello che afferma il filosofo cinese Byung-Chul Han, posso garantire, che è estremamente esatto. I social ci provocano un senso di insicurezza che ci spinge a dimostrare di essere sempre migliori degli altri, con scarsi risultati, perché uno dei lati negativi di queste vite attaccate allo schermo è che, alla fine, risultiamo tutti uguali, stessi interessi, stessi vestiti, stesse scarpe, stesse routine… E allora io mi chiedo, ma siamo sicuri che queste piattaforme siano state create per divertirci e farci svagare? Forse inizialmente sì, ma penso che oggigiorno si siano mutate nella causa delle nostre insicurezze e paure. Addirittura credo che, noi adolescenti soprattutto, abbiamo un rapporto puramente tossico con questo tipo di piattaforme. Appunto per questo, ribadisco che l’era precedente è stata nettamente migliore, senza tecnologia né social.
Chiara.Serrani
Leggere questo articolo ha suscitato in me emozioni non esattamente positive. Come scritto, la tecnologia ormai fa parte delle nostre vite, da molti anni ormai. Questa abitudine che, ormai, abbiamo di comunicare con le altre persone è del tutto sbagliata secondo me. Sono purtroppo arrivata a pensare che i ragazzi d’oggi utilizzano i social network per far sapere agli altri cosa stanno facendo, con chi sono, qualunque cosa gli passi per la mente; però, dal mio punto di vista è sbagliato, perché una persona non dovrebbe condividere ogni cosa che sta vivendo piuttosto che godersela appieno! Forse alcuni postano video dove fanno vedere che si divertono o che stanno bene, ma in realtà stanno soffrendo; ed è proprio lì che i social distruggono i ragazzi! Dovrebbero vivere la vita a pieno, girare il mondo e non stare dietro uno schermo… Con la Prof.ssa di italiano abbiamo letto un libro, 1984 di George Orwell, che -a pensarci bene- racconta esattamente quello che sta accadendo ora a tutti noi. Il libro narra di qualcosa che li controlla 24h su 24 e sinceramente spero non capitino mai a noi simili situazioni. Ora, il fatto è che anche noi in un qualche modo siamo controllati in ogni momento del giorno, anche semplicemente inviando un messaggio o facendo una telefonata. Il mio desiderio sarebbe quello di tornare indietro nel tempo a quando non esisteva questa tecnologia, quando per sapere come stava qualcuno, dovevi scrivere una lettera, quando non si usavano le ormai usatissime emoji, ma le vere espressioni facciali.
[NDR: Se siete interessati al bellissimo romanzo “1984”, citato da Chiara, potete prendere spunto dalla recensione molto precisa che troverete nella trasmissione dedicata alla fantascienza sulla webradio d’Istituto: SB On Air, ascoltabile/scaricabile gratuitamente a questo link: https://www.spreaker.com/user/sbwebradio/fantascienza-morozzi1 ]
chiara
Mi sento di dover commentare questo articolo proprio perché tratta un tema estremamente attuale e sul quale ho parecchie cose da dire. E’ incredibile come la tecnologia al giorno d’oggi, e specialmente in questa situazione pandemica, abbia condizionato estremamente la vita di tutti noi, in maniera positiva ma allo stesso tempo negativa. Non mi reputo una persona eccessivamente “connessa” anzi, al contrario, ritengo di essere perfettamente in grado di staccarmi dai social media e dallo smartphone, ma il problema è che questi ultimi sono diventati un mezzo essenziale, sia per tenersi al passo con le notizie riguardanti la quotidianità, sia per poterci garantire un’interazione sociale, sia per motivi riguardanti la scuola / il lavoro che per il cosiddetto “tempo libero”. Al giorno d’oggi è impossibile partecipare attivamente alla vita scolastica, e stare al passo con il programma in corso se non si possiede un computer, un tablet o uno smartphone: personalmente credo che tutto ciò sia discriminatorio nei confronti di coloro che non possono permettersi tutto ciò, e inoltre tutta questa tecnologia, come citato nell’articolo, ha tolto alla scuola quello che era il suo vero scopo, ossia insegnare agli studenti a ragionare con la propria testa, senza trovare sempre “il piatto pronto”, andando a cercare informazioni su internet o su siti web.
Trovo però che se anche le tecnologie ci abbiano permesso di superare un momento difficile come quello della pandemia, garantendoci una continua interazione con gli altri, nonostante l’isolamento, allo stesso tempo ci abbiano tolto molto, come ad esempio la nostra privacy. Essendo abituati a condividere tutto sui social media, non ci rendiamo più conto di come ci stiamo privando da soli della nostra privacy; penso infatti, che alcuni momenti della nostra vita, dovrebbero rimanere nostri, senza essere condivisi continuamente con gli altri, tanto per volersi solo mostrare migliori di loro.
NicoSturani
Io sono dell’idea che al giorno d’oggi, a causa dell’aumento del numero di dispositivi tecnologici e del loro utilizzo, sia importante discutere della possibilità di essere controllati da tutti i microfoni e le telecamere che ci circondano: smartphone, computer, ecc… Questi dispositivi, infatti, possono essere attivati con la voce e, sentendo questo input, sono sempre accesi, sempre in ascolto. Pertanto, tutte le nostre conversazioni vengono ascoltate e, attraverso l’ultima generazione di software, diventano informazioni. In possesso di chi?