Milunka Savić
Oggi introdurremo una storia quasi sconosciuta della quale non si parla molto, specialmente in Europa occidentale, ovvero il racconto di una grande Donna, con la “d maiuscola”, che ha molto a che vedere con la storia fantascientifica di “Hunger Games” o con il famoso film Disney, “Mulan”.
Ebbene sì, le vicende di questo personaggio assomigliano sorprendentemente alle protagoniste di questi due film, che sebbene siano due generi molto diversi tra loro, portano una tematica in comune: un’eroina va in guerra, prendendo il posto di un parente più debole di lei.
Ebbene sì, Milunka Savić fu una delle poche donne che combatté letteralmente nella Prima Guerra Mondiale. Lottò per tutto il periodo di guerra e divenne una delle più grandi donne nella storia militare.
Allora sarà SB OnLine in anteprima nazionale a raccontarne la storia: Milunka nacque il 28 giugno negli anni intorno al 1888-1890 in un piccolo e remoto villaggio vicino a Koprivnica, un villaggio situato vicino a Novi Pazar, in Serbia. Non ci sono alcune testimonianze della sua famiglia, ma ciò che sappiamo per certo è che ha avuto un fratello minore: Milun Savić.
Le donne a quel tempo potevano lavorare solamente all’interno del personale medico militare e non era loro possibile partecipare attivamente alla guerra; ma Milunka Savić è l’eccezione. Lei fu più che pronta a prendere parte alle operazioni belliche, sotto le sembianze del suo fratellino Milun che doveva obbligatoriamente assolvere al servizio di leva militare di quell’anno, ma non era pronto.
Nel 1912, infatti, il giovane Milun Savić ricevette i documenti di convocazione per la mobilitazione per la Prima Guerra Balcanica e sua sorella scelse di andare al suo posto, tagliandosi i capelli, indossando abiti da uomo e unendosi all’esercito serbo.
Fu così che Milunka partecipò alle due guerre dei Balcani, che si svolsero tra il 1912 e il 1913 e che coinvolsero Bulgaria, Serbia, Grecia e Montenegro contro l’Impero Ottomano.
Storicamente parlando, le due guerre balcaniche rappresentarono un’importante premessa per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale: fu proprio in seguito all’espansione serba nella regione, che l’Austria-Ungheria cominciò ad allarmarsi.
Ed ecco la nostra eroina iniziare subito a combattere in un reggimento di fanteria; in seguito ricevette la sua prima medaglia e fu promossa a caporale nella battaglia di Bregalnica.
Impegnata in battaglia rimase ferita e fu solo allora, quando si riprese dalle lesioni in ospedale, che fu rilevato il suo vero sesso, con grande sorpresa dei medici presenti.
Rivelata la sua vera identità, l’armata serba decise di non punirla per aver difeso il suo paese (nonostante non si fosse mai vista una donna combattere a quell’epoca) e le fu così offerto un trasferimento alla divisione infermieristica.
Milunka rifiutò l’incarico e insistette, affermando che l’unica cosa che desiderava fare era quella di continuare a lottare per la propria Patria. L’ufficiale che la interrogava, le rispose che il Comando ci avrebbe pensato su e la guerriera rispose: “Aspetterò”.
Si dice che l’abbia fatta attendere solo un’ora prima di accettare di rimandarla in fanteria.
Milunka era portata per combattere e glielo lasciarono fare.
Un anno dopo la Serbia fu coinvolta a combattere la Prima Guerra Mondiale e si trovò invasa da mezzo milione di soldati austro-ungarici. Durante la terza invasione, a dicembre del 1914, si svolse la battaglia di Kolubara, e anche se i serbi erano in minoranza, non solo vinsero, ma respinsero addirittura i nemici fuori dai confini.
Si racconta che nel 1818, in Salonika, un ufficiale francese si rifiutò di credere che una donna potesse essere così forte e adatta alla guerra, perciò, la sfidò a colpire una bottiglia di cognac del 1880 ad una distanza di 40 metri dicendo che se l’avesse presa, le avrebbe donato le altre 19 bottiglie della sua cassa. La tiratrice scelta non esitò nemmeno un secondo e colpì la bottiglia al primo colpo.
Milunka, per le sue straordinarie imprese nell’armata militare, ricevette molte medaglie d’onore, possiamo ricordare la Legion d’Onore Francese, l’Ordine Militare di San Giorgio, e, per il suo invidiabile valore in battaglia, le fu consegnata la sua prima stella Karađorđevic dopo la battaglia di Kolubara e la sua seconda stella Karađorđevic dopo la battaglia del Crna Bend nel 1916, quando catturò da sola 23 soldati bulgari.
Fu ferita per un totale di 9 volte, ma combatté la guerra dall’inizio alla fine.
Dopo la guerra continuò ad essere onorata ricevendo le medaglie serbe sia d’argento che d’oro per il suo coraggio durante la Guerra dei Balcani e i francesi le chiesero di trasferirsi a Parigi e prendere una pensione militare, ma Milunka rifiutò.
Dopo aver passato gran parte della sua vita sui campi di battaglia, decise, infatti, di trasferirsi a Belgrado, dove trovò lavoro in un ufficio postale. Si sposò, ebbe una figlia, divorziò e adottò altre tre figlie.
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu mandata in un campo di concentramento per 10 mesi; dopo la guerra ha vissuto in povertà e oscurità, morendo poi di infarto nel 1973.
Milunka Savić, anche se fu dimenticata per gran parte del XX secolo, viene ricordata oggi per le sue epiche vicende militari, e per la sua grande determinazione, tenacia e amor di Patria, che portò alla vittoria in numerose battaglie.
Noi la ricordiamo oggi, attraverso questo articolo e se vi è piaciuto… Postate un commento;-)
MARGHERITA CORICELLI e GRETA TRICOLI, 5B ESABAC
2 Comments
giorgiaquargnal
Ancora una volta la storia ci dimostra la grandezza delle donne sotto tanti punti di vista. Innanzitutto, l’esperienza di vita di Milunka ci dimostra quanto le donne siano coraggiose e amorevoli verso coloro che amano. Infatti, credo che pochi di noi avrebbero preso il posto del proprio fratello nell’esercito e avrebbero messo a rischio la propria vita a vantaggio di quella di una persona cara, e, a mio parere, solamente una grande donna con la D maiuscola ne sarebbe stata capace! La vita di Milunka ci dimostra anche quante difficoltà hanno dovuto affrontare le donne nel loro cammino, non hanno mai avuto la libertà di scegliere, non hanno mai avuto la libertà di vivere come un uomo e anche se scrivo al passato, in realtà queste differenze di genere persistono ancora in tanti campi, soprattutto in quello del lavoro. Facendo qualche ricerca sul web e interessandomi a questo argomento, proprio perché io in primis sento che nel mio futuro lavorativo dovrò affrontare problemi di questo tipo, ho visto alcune pagine internet che riportavano alcuni dati riguardanti la retribuzione e il tasso di dirigenti donna rispetto a quelli uomo. La visione di questi dati mi dimostra come queste disuguaglianze, che agli occhi di molti appaiono come già risolte da alcuni anni, perché siamo nel 2020, in realtà dimostrino essere costanti e ancora oggi un problema che caratterizza la nostra società moderna. Ad esempio, le donne in Italia, in generale, vengono pagate meno rispetto agli uomini oppure il numero di dirigenti uomini è il doppio di quelli donne. Perciò, a mio parere, si dovrebbe lavorare molto su questa “piaga” sociale, soprattutto a partire dalla scuola e dall’istruzione, perché è proprio in questi ambienti che, insegnando l’uguaglianza sia di genere che sotto qualsiasi altro aspetto, si riuscirà a plasmare una società migliore che aiuterà tutti a vivere in un mondo e in modo migliore.
Sofia Micucci
Certamente questa donna aveva un grande cuore e un grande coraggio. E’ ignobile che sia stata dimenticata da tutti e costretta a vivere nella povertà. Il suo coraggio non è stato soltanto quello di affrontare la guerra, ma anche quello di vivere a contatto con plotoni di uomini: ha messo a rischio la sua incolumità due volte! Questo testimonia il fatto che le donne possono davvero fare tutto ciò che fanno gli uomini ma restano sempre un po’ più speciali perché possono anche procreare e assicurare la continuità della specie!